Sì!

di

Caro Antonio,

se tenere i bambini il più lontano possibile dalle bombe e dalla morte è un atto di bontà, allora io sono d’accordo con chi si è dato a questo “atto di bontà”.

Se stare dalla parte giusta è dare enorme risonanza a Putin «rapitore di bambini» – senza però dedicare un rigo al dramma dei minori ucraini che, sfollati a ovest, sono finiti in mano a pedofili, trafficanti di esseri umani e di organi (come denuncia, inascoltato, Ernesto Caffo di “Telefono azzurro”) – allora io sto volentieri dalla parte sbagliata.

Se provare a scollinare oltre le opposte veline “tossiche” russe e ucraine, occidentali e orientali, significa essersi bevuti il cervello, allora io mi sono bevuto il cervello.

1

Caro Antonio, nella tua replica non citi una fonte che è una («tutti i giornali» cosa? Quelli che leggi tu?) e ti limiti a denigrare sbrigativamente le mie, di fonti. Forse non lo sai, ma i due terzi se non i tre quarti della popolazione mondiale compra giornali e guarda tivù che questa guerra la raccontano in modo opposto a come la rappresentano quelli che leggi tu. E poi, scusa, le mie fonti sono “aperte” e le dichiaro: fonti ufficiali ucraine e russe, report stilati da agenzie umanitarie, “Telefono azzurro” e qualche corrispondente di guerra scelto fra quelli che si sono spinti a est del fronte del fuoco: Manuele Bonaccorsi di “Report”, o free-lance come Alessandro Di Battista e Gian Micalessin… (altri ne potrei ricordare, non solo italiani) ovvero le «discutibili penne» a cui dai addosso non per quello che dicono (dubito che tu li abbia letti) ma per quello che sono (“schierati” sono sempre gli altri, vero?). Prendiamo Di Battista: hai letto i suoi reportage sul “Fatto quotidiano” dalla Russia profonda? Sono tra le poche corrispondenze “sul campo” di qualcuno che si è dato la pena di andare a vedere. Salvo poi constatare che “la guerra di Putin” in Russia trova d’accordo anche chi putiniano non è. E meno male che su questa guerra “Report” ha fatto almeno una cosa “da Report”, dando voce senza filtri ai profughi di Mariupol giunti nel Donbas; e loro, piaccia o meno, riferiscono quello che l’altro ieri ho scritto (non vi torno, rileggilo).

2

Caro Antonio, dove avrei detto che le veline di Mosca vanno bene e quelle di Kiev no? Sul “Primo amore” parlo semmai di una «disinformacija speculare di Mosca e di Kiev» e dico che entrambe sono, si capisce, «“fonti” tossiche», i comportamenti biasimevoli – per quanto comprensibili – di Paesi che si combattono. È l’esatto contrario di quanto mi attribuisci. Dunque, o ti sei «bevuto il cervello» oppure menti sapendo di mentire. E questo mi genera sgomento e turbamento.

3

Nel mio pezzo ponevo al centro il superiore interesse dei minori, la guerra fa da sfondo, non la tratto e non la commento (che la Russia abbia invaso l’Ucraina non ci piove e sai bene come la penso: come papa Francesco). Tu invece sembri eludere la complessità geopolitica di un conflitto per procura e «fino all’ultimo ucraino» (ormai lo ammette anche Washington) in cui hanno voce le sole armi e tacciono le diplomazie: un conflitto eterodiretto da Stati Uniti e Gran Bretagna in funzione anti-europea e se possibile anti-cinese (un profilo sul quale ora non intendo soffermarmi; se indotto, lo farò) con l’Europa derubricata a instabile “cortile di casa”, come già prima d’ora nei Balcani, in Afghanistan, in Libia, in Iraq, ecc., là dove si stagliano montagne di macerie e si contano i cadaveri. Tutti Paesi destabilizzati nel “superiore interesse” di Washington, Londra e qualche volta Parigi.

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Sta visibilmente cambiando il mondo, piaccia o meno un “nuovo ordine mondiale” è alle porte ora che la Cina si candida a portabandiera di tutto ciò che non è “occidente”, in funzione stabilizzatrice e diversamente imperialista, dice Pechino (l’imperialismo degli affari e non quello delle armi). Gli americani allora si battono il petto, l’Europa nemmeno esiste e tu che fai? Stai a mollo nella schiuma del verosimile, che poco o punto ha da spartire con la categoria del vero? Ed è vero che non da oggi gli altri “mondi”, l’arcipelago post-coloniale dei cornuti e dei mazziati (i due terzi del pianeta) aspirano a quel benessere di cui noi occidentali godiamo, sì, ma a loro spese e ora anche a spese di chi è meno “occidentale” di qualcun altro.

Caro Antonio, io ho amicizia e affetto per te e insieme abbiamo fatto tante cose indimenticabili (viaggi in America Latina, in Romania tra gli zingari ecc) ma provo sgomento per quello che hai scritto.

Tuo G

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