Scuse e dolore

di

Titolo, senza immagini: SCUSE E DOLORE

Caro Giovanni,
lo so, non dovevo scrivere “ti sei bevuto il cervello ecc”, che nelle mie intenzioni voleva essere una frase magari ineducata ma di quelle che si dicono a volte a un amico fraterno, ma che io ho avuto il torto di usare pubblicamente, e di questo me ne scuso. Quanto al resto (i reportage di Di Battista ecc), io la penso diversamernte da te e so che, anche in passato, c’erano corrispondenti (compresi noti intellettuali e scrittori italiani) che andavano in Russia e nei paesi dell’ex blocco sovietico e scrivevano sull’Unità che là le mele erano più belle e più rosse ecc ecc, dopo avere visto solo quello che volevano fargli vedere e testimoniato solo quello che volevano fargli testimoniare. Ma questa è solo una posizione mia e ognuno è libero di fidarsi di chi si vuole fidare. Ma, parlando di tragedie come quelle dei bambini ucraini, non si può astrarre dalla guerra in atto, e io insorgo quando leggo che gli stessi che hanno scatenato una simile catrastrofe, raso al suolo le città, depredato, torturato, struprato… (ancora più intollerabile nella situazione di emergenza di specie in cui stiamo vivendo e che ci riporta indietro di due secoli) sarebbero mossi dall’impulso pietoso di mettere i bambini al riparo dalla guerra. Ma basta così, io mi sono scusato per la frase emotiva che ho scritto, ma non mi scuso per il resto. A mia (parziale, parziale) discolpa c’è il fatto che, anche per ragioni mie personali, la sofferenza inflitta ai bambini è per me -come per Ivan Karamazov- qualcosa di intollerabile contro cui si infrangono tutti i sistemi, le astrazioni e i sofismi. Detto questo e a dispetto di tutto, continuo a volerti bene e ti abbraccio,
Antonio

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