Il governo in carica ci tiene ad avere un popolo sempre più ignorante. Sono i fatti a dirlo. C’era una volta l’obbligo scolastico, ora non c’è più: per questa maggioranza si può andare tranquillamente al lavoro a 15 anni d’età, un anno prima dell’attuale obbligo fissato a 16 anni. Così la scuola italiana continua a fare passi indietro.
Gli ultimi studi dell’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico e la Banca d’Italia raccomandano esattamente opposto? Cioè ripetono di investire in istruzione? Questo governo se ne frega. Come se ne è fregato di tutti i docenti, gli studenti e i genitori degli alunni che sono da mesi contro le Riforme targate Gelmini. Se qualche mese fa, grazie a una proposta della Lega, si è ridotto a carta straccia il titolo di studio perché considerato qualcosa di “troppo burocratico”, adesso è stato leso direttamente il diritto allo studio dei nostri studenti. Un anno in più sui banchi di scuola renderebbe, secondo gli economisti Federico Cingano e Piero Cipolline, esperti di Bankitalia, nel medio-lungo periodo, quasi il 9 per cento in termini di remunerazione del lavoro; i vantaggi maggiori sarebbero per i laureati, il cui titolo di studio può fruttare più del 10 per cento e il diploma di maturità, il 9,7 per cento. Ma a questo governo non interessa. La possibilità di tornare all’apprendistato a 15 anni, nonostante l’obbligo scolastico arrivi fino a 16 anni, è stato un cavallo di battaglia del ministro del Welfare Maurizio Sacconi che aveva lanciato l’idea già alla fine dello scorso anno. Adesso a prevederlo è un emendamento del relatore del ddl lavoro, Giuliano Cazzola, approvato ieri dalla commissione Lavoro della Camera. La cosa ridicola è che secondo Cazzola “la norma consente di contrastare l’evasione dell’obbligo scolastico che è molto diffusa nell’ultimo anno”. Certo: sbattendo i ragazzi fuori dalla scuola un anno prima del previsto. E rivedendo per legge che l’apprendistato possa valere a tutti gli effetti come assolvimento dell’obbligo di istruzione. Come fosse la stessa cosa. L’Unione europea e tutti i più recenti studi ci chiedono di aumentare la permanenza a scuola dei nostri adolescenti e ridurre la dispersione scolastica.
Niente da fare, questo governo non ascolta nessuno. Non si occupa degli
italiani di oggi, figurarsi di quelli di domani.