“Atto di dolore” di Antonio Gurrado: un estratto del libro Wojtek da oggi in libreria

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Ritenevo piuttosto mio dovere profondere il massimo impegno, anziché nel riassumere l’intreccio in modo eclatante, nella limatura e talvolta gonfiatura della mia acclusa biografia, come se avendo a disposizione un solo paragrafo dovessi sforzarmi di rendere più rilevanti la mia vita e la mia identità rispetto agli eventi raccontati dal romanzo; il cui dovere era anzi di soccombere e sparire, arrossire di vergogna e volatilizzarsi di fronte alla gragnuola d’informazioni che sciorinavo su me stesso. Antonio Gurrado è nato a Santeramo in Colle (BA) il 9 dicembre 1980. No, chi cazzo sa dov’è Santeramo in Colle? E poi sarò rimasto lì sì e no i primi tre giorni della mia vita, poi per tutta la fase decisiva della mia formazione sono stato a Gravina. Ma mica posso mettere Antonio Gurrado è nato a Gravina in Puglia (BA) se non sono nato lì. E poi l’orrore di quella sigla stampatella fra parentesi burocratiche: dunque meglio un generico Antonio Gurrado è nato in provincia di Bari nel 1980. Così però parrebbe che la mia nascita sia un evento esteso su chilometri e chilometri, un fenomeno atmosferico che si allunga non solo sull’intero anno ma anche su paesi estranei e ignari tipo Minervino Murge e Rutigliano, posti assurdi come Casamassima e Giovinazzo. Nato a Santeramo, cresciuto a Gravina e diplomato ad Altamura, Antonio Gurrado è stato forgiato dalla provincia di Bari, da cui è scappato poco prima dei diciott’anni. Così tuttavia, di là dai toni troppo epici per spacciarsi da prodotto delle Murge come il fungo cardoncello, sparisce la data di nascita che, un tempo, serviva a rimarcare quanto fossi giovane e a instillare negli editor il fatto che avessero per le mani il romanzo irresistibile di una promettentissima voce nuova, quasi un bambino prodigio. Antonio Gurrado ha ventidue anni. Antonio Gurrado ne ha venticinque. Essendo nato nel 1980, Antonio Gurrado ha un numero di anni sempre crescente che, man mano che finisce di finire questo stramaledettissimo romanzaccione, diventa sempre più insignificante perché gli rende impossibile distinguersi dal picco della gaussiana, quella fascia di trenta-quarantenni che scrivono tutti e tutti (tranne Antonio Gurrado) riescono a pubblicare qualcosa. 

Niente. A parte che qualsiasi editor appena appena sgamato avrebbe subito capito che parlare di stramaledettissimo romanzaccione era una citazione da Joyce, mentre tutti gli altri editor non l’avrebbero comunque apprezzato pur non capendolo, meglio puntare sulle attività – confinando la data di nascita a un’incidentale parentesi, un (1980 -) da cui lasciar poi cadere il trattino aperto sull’infinito baratro della morte ignota – onde dimostrare che, nonostante il correre degli anni, Antonio Gurrado è e resta un fenomeno. Antonio Gurrado si è laureato in Filosofia a ventun anni. Qui però potrebbe instillarsi il sospetto che si tratti di laurea breve e, nonostante che in Italia tutti ci mettano sei o nove anni a prendere una laurea triennale, meglio specificare che la mia è una laurea vera. Antonio Gurrado si è laureato in Filosofia (laurea quadriennale a ciclo unico, ante decreto ministeriale 509/99) a ventun anni. Antonio Gurrado si è laureato in Filosofia solo perché era la facoltà con meno esami e gli premeva sbrigarsi ma passa le giornate a leggere narrativa e critica letteraria. Antonio Gurrado si è laureato in Filosofia a ventun anni e, da allora, si è ritrovato impigliato nella prospettiva di una carriera accademica che gli è sempre parsa doverosa e irrealizzabile. 

Da qui sortiva la fanfara del mio progresso nelle accademie d’Italia, d’Europa, del Mondo, sbattuta lì per impressionare gli editor e mostrar loro che Atto di dolore rampollava da un’autorevolezza intellettuale radicata nella cultura alta, così estranea alla bassa cucina editoriale che m’ingolosiva. Antonio Gurrado vive a Napoli, dov’è borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, fondato da Benedetto Croce. Antonio Gurrado vive a Modena, dove frequenta i corsi di perfezionamento triennale della Scuola Internazionale di Alti Studi in Scienze della Cultura presso la Fondazione San Carlo, titolo equipollente al dottorato di ricerca. Antonio Gurrado è fellow della Voltaire Foundation dell’Università di Oxford – che, per un tragico refuso, su alcune copie del romanzo spedite con eccessiva temerità divenne uno psichedelico Antonio Gurrado è yellow. Il problema è che con questa strategia si andava a calare e, col passare degli anni, l’orgoglio diventava ammissione di colpa: Antonio Gurrado è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Pavia, dove guadagna la metà di quanto guadagnava a Oxford. Antonio Gurrado è un cervello di ritorno: ma, visto che ogni estate deve pregare che gli rinnovino il contratto per un altro anno accademico, è probabile che sia tornato in Italia dopo aver dimenticato il cervello in Inghilterra. Antonio Gurrado si è laureato in Filosofia a ventun anni e, da quando ne ha trentacinque, insegna al liceo scientifico; tanto valeva che facesse con calma. 

Per evitare che la lucidatura della biografia diventasse un troppo evidente autoscorticamento, messa in stato d’accusa dinanzi a me stesso, meglio risolversi a elencare le mie scritture come unico identificativo, per rimarcare quanto continua fosse l’attività della mia penna e al contempo quanto versatile. Antonio Gurrado scrive sul «Foglio». Antonio Gurrado scrive stabilmente sul «Foglio» e collabora ad altre testate, incluso il blog letterario della «Gazzetta dello Sport» (sì, esiste veramente). Antonio Gurrado scrive sul «Foglio», dove cura dal 2016 la rubrica quotidiana online Bandiera bianca, ma mediamente una volta a settimana piazza un articolo cartaceo. Oltre a scrivere per «Il Foglio», Antonio Gurrado fa ricerca sull’Illuminismo e ha pubblicato il volume Voltaire cattolico. Antonio Gurrado è autore del saggio Voltaire cattolico e del romanzo Ho visto Maradona, benché la coincidenza sia stata ascritta dai più a mera omonimia. Chi è veramente Antonio Gurrado? L’arguto escogitatore della formula del cattolicesimo di Voltaire ovvero il boccaccesco estensore di un romanzo pop sui rapporti fra Italia ’90 e il socialismo reale? Antonio Gurrado, conseguita una solida autorità intellettuale tramite Voltaire cattolico, ha scelto di rivolgersi al grande pubblico con Ho visto Maradona, vendendo complessivamente quasi quattrocento copie. Dopo Voltaire cattolico e Ho visto Maradona, Antonio Gurrado ha scritto il pamphlet Rivoluzione a Oxford ma il suo editore l’ha interrotto a metà rescindendo il contratto purché non continuasse. Antonio Gurrado è l’autore di Aboliamo il matrimonio. Modesta proposta cattolica, una critica all’industria dei sentimenti talmente corrosiva da venire rifiutata dallo stesso editore che gliel’aveva commissionata. 

Allora avevo optato per la sintesi e l’ironia, ultimo rifugio di difettosi e disperati. Su Twitter, sul mio blog, nelle occasionali pubblicazioni collettive cui amici intellettuali mi costringevano sapendo che sarei morto di convenienza, mi limitavo a qualche paroletta stitica o malcacata. Antonio Gurrado scrive. Antonio Gurrado vive a Pavia/a Napoli/a Modena/a Oxford/di nuovo a Pavia, dove morirà. Antonio Gurrado si annoia, esagera con le ragazze e, quando non scrive sul «Foglio», lavora in università. Antonio Gurrado studia Voltaire dal 2002, scrive sul «Foglio» dal 2009, insegna al liceo dal 2015. Antonio Gurrado si vergogna di avere pubblicato saggi, romanzi, financo articoli e vorrebbe essere uno pseudonimo. Ad Antonio Gurrado converrebbe morire così potrebbe scrivere con tutta calma le proprie opere postume. Antonio Gurrado è intelligente ma non si applica. E infine, quando proprio ho capito che non c’era speranza; che nulla di ciò che ero stato o avevo fatto avrebbe potuto in alcun modo contribuire alla causa di Atto di dolore, nobilitarlo o corazzarlo; quando mi sono reso conto che l’innocenza della scrittura è irrecuperabile come la verginità, ho preso un cartiglio dall’ammasso di blocchetti che per ogni evenienza tengo vicino alla porta di casa e l’ho appiccicato sullo scatolone che contiene tutti i faldoni del romanzo abortito. Ci avevo specificato sopra, con un pennarello: Antonio Gurrado scrive quando lo pagano; questo è il suo primo libro gratis, incompiuto.

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